LA BESTIA CHE SALE DAL MARE
🔊 Apocalisse 13.
1 Poi vidi salire dal mare una bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e sulle teste nomi blasfemi.
2 La bestia che io vidi era simile a un leopardo, i suoi piedi erano come quelli dell'orso e la bocca come quella del leone. Il dragone le diede la sua potenza, il suo trono e una grande autorità.
3 E vidi una delle sue teste come ferita a morte; ma la sua piaga mortale fu guarita; e tutta la terra, meravigliata, andò dietro alla bestia;
4 e adorarono il dragone perché aveva dato il potere alla bestia; e adorarono la bestia dicendo: «Chi è simile alla bestia? e chi può combattere contro di lei?»
5 E le fu data una bocca che proferiva parole arroganti e bestemmie. E le fu dato potere di agire per quarantadue mesi.
6 Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo.
7 Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione.
8 L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato.
9 Se uno ha orecchi, ascolti. 10 Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno dev'essere ucciso con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. Qui sta la costanza e la fede dei santi.
Questa bestia è descritta accuratamente nella sezione che riguarda "Babilonia la grande" cui rimandiamo per un esame più preciso. Si tratta, infatti, proprio della Bestia cavalcata dalla prostituta,
nella parte finale della sua esistenza, quando risale dall'abisso per andare in perdizione.
Un punto da tenere in considerazione riguarda il fatto che Giovanni descrive la bestia, nei versetti da 1 a 3, richiamando alla mente il modo in cui lo fa Daniele, ossia riferendosi ad essa come ad una potenza politica.
Nei versetti 5 e 6, invece, si riferisce ad essa come ad una persona. Ciò non è strano perché, biblicamente, ogni potenza politica che si affaccia sulla scena del mondo ha un suo capo, e da quello prende le caratteristiche,
in modo tale che l'azione della bestia è riconducibile alla personalità del suo capo, fino al fondersi delle due figure.
Il capo di questa bestia bestia è l'anticristo: una parola che, nella Bibbia, appare solo negli scritti di Giovanni.
🔊 ANTICRISTO.
1 Giovanni 2
18 Ragazzi, è l'ultima ora. Come avete udito, l'anticristo deve venire, e di fatto già ora sono sorti molti anticristi. Da ciò conosciamo che è l'ultima ora.
1Giovanni 2
22 Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? Egli è l'anticristo, che nega il Padre e il Figlio.
1Giovanni 4
3 e ogni spirito che non riconosce pubblicamente Gesù, non è da Dio, ma è lo spirito dell'anticristo. Voi avete sentito che deve venire; e ora è già nel mondo.
2Giovanni 7
Poiché molti seduttori sono usciti per il mondo, i quali non riconoscono pubblicamente che Gesù Cristo è venuto in carne. Quello è il seduttore e l'anticristo.
Già nel primo secolo dell'era cristiana i precursori dell'Anticristo vero e proprio, quello del tempo della fine, hanno fatto la loro apparizione. Giovanni nel riconoscerli afferma che ormai l'ultima ora è vicina.
Anche la chiesa degli apostoli, quella dei testimoni oculari di Cristo stava per sparire, divorata da Babilonia la grande.
Dio, però, si è sempre tenuto da parte un gruppo di "servitori fedeli e discreti".
In genere il termine Anticristo è dato a questa Bestia. Non mancano, però, alcuni commentatori che preferiscono associare a questa il nome di "capo del risorto impero romano" (seguendo il libro di Daniele) e dare
di Anticristo alla Bestia seguente: quella che sale dalla terra.
Questo perché quella che sale dal mare (dei popoli in agitazione) è una figura più politica che religiosa, mentre l'altra è solo religiosa, quindi più consona ad essere riconosciuta come anti-Cristo.
Qualunque sia la realtà, la maggioranza la riconosce come anticristo ed anche qui ci conformiamo, lasciando all'altra il titolo di "Falso Profeta" che il libro di Apocalisse gli attribuisce.
Le due Bestie agiranno in simbiosi, poiché il regno che la prima Bestia vorrebbe costruire sarebbe una teocrazia mondiale che avrebbe lui stesso come dio. Ma sarà un sogno di breve durata. Il brano
stesso ci rivela il suo tempo: quarantadue mesi, ossia 1260 giorni, ossia tre anni e mezzo, ancora lo stesso tempo che riguarda la grande tribolazione. Unico prodotto del suo agire.
A questa Bestia fu pure dato (permesso) di fare guerra ai santi e di vincerli: in questo si ritrovano i due testimoni, ma anche il resto della progenie della donna sarà sottoposto alla sua violenza.
Tutti quelli che non sono mai stati a favore di un mondo di pace e di giustizia, ma hanno sempre avuto il tornaconto personale come unico riferimento, seguiranno ad occhi chiusi la Bestia con le sue lusinghe;
anzi saranno a suo fianco lavorando con il braccio e con la mente affinché il suo regno trionfi.
Tutte le forze politiche, religiose, culturali, economiche, finanziarie, industriali e l'informazione saranno al suo servizio; solo chi avrà riconosciuto in lui la Bestia non si metterà a sua disposizione.
Le sue promesse bugiarde di un mondo di pace e di giustizia saranno via via smentite dai fatti, fino a quando il suo governo scellerato verrà smascherato, allora userà la forza.
Tutto sarà ormai in suo potere, ma il tempo a disposizione scarso, quindi occorrerà agire d'urgenza per arrecare il danno maggiore, poiché il sogno è ormai sfumato.
Tutto questo suona come qualcosa di già visto, infatti il mondo intero è sempre stato nelle sue mani, anche se il tempo d'agire non era ancora giunto.
Ma se guardiamo il mondo d'oggi, la globalizzazione in atto ed il costruendo "Nuovo Ordine Mondiale" scopriamo che tutto è molto più attuale di un solo secolo fa. Addirittura oggi è a portata di mano come mai nella storia.
Degno di attenzione è il fatto che all'interno di questo brano sono presenti due gruppi di persone di cui si è parlato già nel capitolo precedente (12), ossia: i rapiti (grande folla - vergini avvedute) ed il resto della progenie della donna
(i non rapiti - vergini stolte). Se ne parla al versetto 6 con l'allusione a "quelli che abitano nel cielo" riguardo ai rapiti. Al versetto 10, invece, con l'esortazione a restare fedeli fino alla prigionia o alla morte, si allude
a quelli che resteranno in terra, i non rapiti, quelli che si troveranno ad essere combattuti dalla bestia per la loro fede in Cristo, ritrovata durante la grande tribolazione.
Anche quel resto della progenie della donna vincerà la Bestia, pure se all'apparenza sembrerà il contrario, infatti saranno martiri. Ma torneranno anch'essi in vita, attraverso la prima risurrezione,
alla fine della grande tribolazione, come vincitori affianco a Cristo (vita eterna).
La Bestia ed il suo degno compare, il Falso Profeta, invece, saranno nello stagno di fuoco (morte definitiva).
A questo punto è importante fare un passo in avanti e considerare ciò che viene detto nel brano che riguarda la seconda Bestia: quella che sale dalla terra.
Ciò che fa la Bestia che sale dalla terra, oltre al resto, è marchiare le persone. Anche questo è qualcosa di già visto; infatti, durante l'era fascista esisteva la tessera, chi non l'aveva non aveva diritto a molte cose:
quali il lavoro, ad esempio.
Il 27 maggio 1933 l'iscrizione al PNF è dichiarata requisito fondamentale per il concorso a pubblici uffici; il 9 marzo 1937 diventa obbligatoria se si vuole accedere a un qualunque incarico pubblico
e dal 3 giugno 1938 non si può lavorare se non si ha la tanto conclamata tessera: è chiaro quindi che gli iscritti si contino a milioni ma che tra questi i "tiepidi" e i "freddi" verso il regime siano moltissimi.
(Wikipedia)
Degno di nota è il giuramento cui era implicita l'accettazione per quelli che prendevano la tessera. In nome di Dio e dell'Italia giuro di obbedire al duce. Quindi Dio è citato come garante ed il duce come guida.
A Dio è riservato un compito di second'ordine, tutto è centrato sulla figura del duce. Così sarà anche con l'Anticristo, non è che la fantasia abbondi da quelle parti.
Così anche la Bestia che sale dal mare userà l'altra Bestia per obbligare le persone a diventare parte del suo ripugnante sistema, pena la possibilità di non poter più comprare e vendere. La sua forse sarà una tessera
di nuova generazione, che influirà direttamente sulla possibilità d'uso del denaro. Questa cosa oggi è possibile bloccando i conti bancari delle persone che non collaborano.
🔊 Apocalisse 13.
16 Inoltre obbligò (*) tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte.
17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.
Aderire, però, al sistema della Bestia implica il ricevere un marchio spirituale riservato a chi, in qualunque modo, si presta alla sua opera.
Saranno macchiati sulla mano quelli che sono il braccio della Bestia. Sulla fronte quelli che sono la sua mente.
I possessori di questo marchio non avranno accesso al Regno di Dio.
Una curiosità sta nel fatto che questa volta vengono nominate sei categorie di persone. La Bestia riesce a spaventare solo sei categorie, mentre, nel capitolo sei, quando la gente capisce di trovarsi davanti al giudizio
di Dio, lo spavento prende sette categorie di persone.
Come al solito Satana, il "creatore" delle bestie è limitato, ossia mancante nel suo fare. La sua Bestia è un essere umano, e anche se avrà a sua disposizione la potenza di Satana
resterà sempre umano, con tutte le sue manchevolezze.
Lo dimostra il suo numero, tre volte sei, mentre la pienezza che viene da Dio è tre volte sette; su tale numero, il sette, è costruito anche il libro di Apocalisse.
Questo riporta alla mente il giudizio di Dio sul re di Babilonia Baldassar.
🔊 Daniele 5.
25 Ecco le parole che sono state scritte: Mené, Mené, Téchel, U-Parsin.
26 Questa è l'interpretazione delle parole: Mené, Dio ha fatto il conto del tuo regno e gli ha posto fine;
27 Téchel, tu sei stato pesato con la bilancia e sei stato trovato mancante.
28 Perès, il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai Persiani».
Non si tratta più di Nebukadnetsar, che riconobbe il Dio degli Ebrei, ma di suo figlio, che lo disprezzò. Questo, oltre ad essere un fatto, potrebbe essere anche una indicazione profetica su ciò che accadrà alla fine.
Con Baldassar l'antica Babilonia cessa di esistere, il suo governo, da allora in poi, fu dei medo-persiani, con Ciro, chiamato l'unto del Signore in Isaia 45:1.
Il parto del serpente.
Nel capitolo precedente a questo, ossia il dodicesimo, abbiamo visto la donna che da alla luce un figlio, e che poi fugge nel deserto a nascondersi. Abbiamo considerato che in sostanza si tratta dei due gruppi
di persone già visti, chiamati "grande folla" e "144.000" che guideranno, insieme a Cristo il Regno dei Cieli.
Satana, nella sua qualità d'imitatore tenta di preparare un antidoto a quel Regno con una sua tipica "creazione".
L'insieme di Cristo, più la Grande Folla, più i 144.000, saranno sostituiti da: lui stesso, nelle vesti dell'Anticristo, più la Bestia che sale dal mare, più quella che sale dalla terra.
Questa infelice parodia durerà poco, solo il tempo sufficiente per distinguere, senza che vi possa essere nessun dubbio, tra gli appartenenti al seme della donna da quelli del seme del serpente. Il tempo
trascorso dall'Eden al tempo della fine è quello che ha fatto maturare e manifestare il buon grano e le zizzanie.
Satana con le sue astuzie non farà altro, suo malgrado, che far maturare gli eventi portando a compimento il disegno di Dio. Quando la donna partorisce, quelli che hanno dato prova inconfutabile della loro fedeltà a Cristo
ed hanno il segno divino dello Spirito Santo in loro, saranno tolti dalla terra, dove infuria il serpente e portati al sicuro, sia nel cielo sia nel deserto.
Quelli che restano saranno vagliati dalle Bestie, in modo tale che chi ripone fede in Cristo abbia il proprio premio, anche se all'ultimo momento.