Apocalisse 13
6 Essa aprì la bocca per bestemmiare contro Dio, per bestemmiare il suo nome, il suo tabernacolo e quelli che abitano nel cielo. 7 Le fu pure dato di far guerra ai santi e di vincerli, di avere autorità sopra ogni tribù, popolo, lingua e nazione. 8 L'adoreranno tutti gli abitanti della terra i cui nomi non sono scritti fin dalla creazione del mondo nel libro della vita dell'Agnello che è stato immolato. 9 Se uno ha orecchi, ascolti. 10 Se uno deve andare in prigionia, andrà in prigionia; se uno dev'essere ucciso con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. Qui sta la costanza e la fede dei santi.


Andiamo per logica sui versetti 9 e 10. In essi si parla di santi e della loro costanza, ovviamente nel rimanere fedeli a Cristo. La richiesta che viene loro fatta, è di non mettersi a lottare, ma di accettare passivamente la loro sorte, poiché così prevede il piano di salvezza.

Se questi santi fossero la chiesa intera, si potrebbe pensare ad una loro protezione divina per scampare indenni alla grande tribolazione? Si tratta di essere uccisi o imprigionati, quindi alla mercé completa delle due bestie.

Questi santi subiranno in pieno la tribolazione, poiché sono i due aspetti classici che ogni persecuzione ha sempre riservato ai perseguitati: quindi non sono né la chiesa rapita, né i 144000 nascosti.


Chi sono, allora?


Il discorso escatologico di Gesu, in Matteo, non si esaurisce nel capitolo 24, ma continua fino a tutto il capitolo 25, che fa seguito all'esortazione alla vigilanza.

L'esempio che Gesù stesso propone è quello di Noè, salvato dal diluvio che si abbattè sul mondo intero, come giudizio divino. Quel giudizio è del tutto analogo a quello delle sette coppe d'ira in Apocalisse: è Gesù stesso a proporre tale analogia.

Avverrà, racconta Gesù, che quando nessuno sospetta nulla, uno sia preso e l'altro lasciato. Ovviamente quelli "presi" sono fatti scampare, analogamente a Noè ed alla la sua famiglia. L'azione avviene quando inizia la pioggia, il che equivale (sempre secondo Gesù) all'inizio della grande tribolazione.

Subito dopo l'esortazione alla vigilanza, Matteo propone una parabola, quella delle dieci vergini, alle quali viene applicato il metodo, prima visto, del: uno preso, uno lasciato.

In questo caso si fa anche una precisazione riguardo all'attitudine delle vergini nell'attendere il Signore: e riguarda l'olio nelle lampade. Cinque di esse lo avevano, le altre no. Questo particolare torna sul tema della vigilanza: la notte era fonda, senza lampada non è possibile dirigere sicuramente i nostri passi. Quindi le cinque "stolte" si assentano per procurarsi il modo di avere luce, ma quell'assenza è fatale.

Al ritorno quelle ragazze chiedono che gli sia aperto, ma la risposta è negativa, Lo sposo afferma di non conoscerle.

Paragoniamo, ora il rifiuto ad aprire alle cinque vergini della parabola in questione, ossia: "io non vi conosco" con un altro rifiuto, contenuto nello stesso capitolo, poche righe più in basso, e relativo ad un altro gruppo di persone.



Matteo 25
41 Allora dirà anche a quelli della sua sinistra: "Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli!
46 Questi se ne andranno a punizione eterna; ma i giusti a vita eterna».


Si tratta di due rifiuti, ma non sono uguali nelle loro conseguenze. Per il secondo gruppo si tratta di una condanna, senza appello, ma non per le cinque vergini. A questo proposito può essere utile considerare anche ciò che Gesù dice alla chiesa di Sardi.



Apocalisse 3
Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: "Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto. 2 Sii vigilante e rafforza il resto che sta per morire; poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio. 3 Ricòrdati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti. 4 Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni. 5 Chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche, e io non cancellerò il suo nome dal libro della vita, ma confesserò il suo nome davanti al Padre mio e davanti ai suoi angeli


L'invito è al ravvedimento. Il periodo della grande tribolazione sarà un caos totale dove sarà difficile trovare la luce, eppure la chiesa lasciata in terra prenderà coscienza della sua situazione, ed anche attraverso molte difficoltà riuscirà a crescere.

Questo gli costerà caro. Ma il Signore non disconosce i suoi, ed ha previsto anche per loro una doppia destinazione: quelli che saranno uccisi, saranno riportati in vita attraverso la "prima risurrezione". Gli altri si uniranno al gruppo terrestre.


Tutti quelli che scamperanno alla grande tribolazione saranno santi, "appartati", persone che continueranno a vivere sulla terra come popolo, anche se si saranno convertiti solo in ultimo, alla manifestazione in gloria di Cristo.


Isaia 4:3
Avverrà che i sopravvissuti di Sion e i superstiti di Gerusalemme saranno chiamati santi: chiunque, cioè, in Gerusalemme sarà iscritto tra i vivi,