La cosa più importante per costruire un plastico è, ovviamente, trovargli il posto adatto. Mi ero quasi rassegnato
ad un diorama operativo da costruire su una mensola di 150 x 30, in soggiorno, con un binario che forato il muro
finisse nel ripostiglio, quando ebbi la fulminazione.
Abito in un piccolo appartamento all'ultimo piano di un condominio,
sopra di me solo alcune soffitte. L'idea di sfruttare la soffitta (m 4,75 x 2,05 x 2,25) non mi era nemmeno passata
per la mente, dato che era senza intonaco sul soffitto, né pavimento: troppo calda d'estate e fredda d'inverno.
Un giorno, però, mi
resi conto che l'ingresso di quella soffitta era proprio sopra al mio ripostiglio, e quindi con una botola
ed una piccola scala poteva essere raggiunta anche dall'appartamento.
Ora era possibile anche spendere qualche risorsa per adattarla ad essere abitabile, perché in qualche
modo veniva ad essere un locale in più nell'appartamento.
Così i muratori fecero il miracolo e la soffitta diventò
più accogliente, con pavimento ed isolamento termico sia al soffitto che all'unica parete esterna; poi un
condizionatore ha fatto il resto. Finalmente, il locale adesso c'era, ed era adatto anche ad un piccolo studio, oltre
che al plastico, per cui anche il PC mio e quello di mio figlio traslocarono di sopra. Questo era il momento di studiare
un tracciato ed il suo piano di appoggio, che nel caso specifico è stato quello di alcuni mobili a ridosso della parete.
Con questo sistema ho avuto a disposizione una superficie di 430 x 40 cm, che anche se non è molto, è comunque una sfida
a costruire qualcosa che sia credibile dal punto di vista modellistico.
Nello spazio a disposizione posso permettermi di riprodurre solo un pezzetto di realtà, e, poiché, il luogo ferroviario con
cui abbiamo più contatti è senz'altro la stazione; cercherò di riprodurre quello. 4,30 x 87 = 374 metri, questa sarebbe la
lunghezza in scala 1:1 dell'impianto riprodotto. Inutile dire che è piccolo, in realtà occorre molto più spazio per
una stazione, anche se di modeste dimensioni. Comunque questo "passa il convento", e con qualche licenza modellistica
bisogna farci entrare tutto quanto occorre.
Una stazione di transito con un binario di raddoppio ed un tronchino per treni passeggeri, più uno per le merci,
questo voglio riprodurre. L'ambientazione sarà di pura fantasia, situata in Italia centrale tra gli anni '70-'90.
Per giustificare un traffico sostenuto, si devono inventare una collocazione ed una storia particolari, e per
questo serve solo un po' di fantasia. Nello schema sopra, la linea proviene dalla destra e dovrebbe continuare
sulla sinistra, ma per motivi di spazio non ho potuto farla proseguire, così il binario termina in galleria, e simula
una linea chiusa al traffico normale, trasformando, di fatto, la stazione di transito in una di testa. Non l'ho
costruita di testa, perché se un giorno avrò più spazio, posso tranquillamente prolungare il binario, senza
ricorrere a modifiche impegnative.
Per simulare il traffico è necessaria una stazione nascosta da dove far partire e ritornare i convogli, in questo caso
sarà situata sotto il piano del plastico,
avrà sei binari, e tutto ciò che è necessario per effettuare le manovre di
composizione e scomposizione dei treni.
I treni che si trovano nella stazione nascosta (rimessa), per arrivare a quella in vista, devono superare un dislivello
di circa 13 cm. E' ovvio che con lo spazio che avevo a disposizione non potevo permettermi di costruire un elicoidale
con un diametro minimo di un metro, perché avrebbe reso impossibile muoversi nella stanza. Urgeva una soluzione. Visto
che la lunghezza della parete
a destra è quasi tre metri, pensai che i treni potessero essere ricoverati in un'asta
lungo tale parete e successivamente sollevati per intero al livello superiore, per mezzo di un argano.
L'asta di manovra è sistemata sopra un listello di due metri di lunghezza per cinque centimetri di larghezza e due di spessore, l'insieme costituisce il settore mobile, che incernierato su di un lato a metà altezza tra il binario inferiore ed il superiore, si muove in senso verticale. L'argano usato è un normale avvitatore Bosch, a cui è stata tolta la batteria per essere alimentato direttamente dall'impianto elettrico del plastico. alcuni contatti elettrici per il fine corsa completano l'impianto elettrico. Tutto quanto è stato digitalizzato: sia il movimento dell'avvitatore sia i controlli dei fine corsa fanno capo alla centrale digitale attraverso dei circuiti d'interfaccia. Alla fine, il tutto sarà nascosto.