La stazione nascosta, essendo più in basso, è la prima cosa che deve essere costruita. Appoggia su una
base di multistrato da due centimetri, direttamente posato sul piano dei mobili.
I binari sono sei accessibili da cinque scambi Peco cod 100 medium radius; il tutto montato su listelli
di 3 x 2 in modo da tenerli sollevati.
Il sollevamento è indispensabile per montare gli elettromagneti di comando tipici Peco. Oltretutto questo
sistema permette di ridurre moltissimo il rumore, specialmente se i binari sono incollati anziché inchiodati.
Inoltre il passaggio dei fili elettrici è più semplice. Per l'incollaggio ho usato colla a caldo.
I tre moduli di cui è composto il plastico, sono tenuti uniti per mezzo di alcuni ganci a crick nei punti di unione, i binari contigui sono solo accostati tra loro senza giunzione, la continuità elettrica è data da spine e prese multipolari nei punti di unione dei moduli. Al termine dei binari non ho usato, come all'inizio, degli scambi, perché questo avrebbe richiesto troppo spazio a scapito della lunghezza degli stessi, ma ho preferito costruire un ponte trasbordatore, comandato elettricamente, per smistare le loco da un binario all'altro, durante la formazione dei convogli.
Quando iniziai il lavoro ero convinto di usare, per la marcia dei treni, il sistema tradizionale analogico. Con
l'andare del tempo, invece, ho preferito il sistema digitale, perché intendendo far muovere i treni automaticamente,
in analogico avrebbe richiesto notevoli complicazioni elettriche, che, invece, con l'uso di un PC ed
una centralina digitale risultano enormemente semplificate.
Il progetto nato per l'analogico, ha richiesto dei sezionamenti sui binari di stazione, uno per ogni tratta in cui
si decide di ricoverare un treno, così, siccome ho pensato a 10 treni,
le sezioni sono appunto 10. Tutto questo lavoro è tornato utile anche per il sistema digitale, poiché i sezionamenti
sono indispensabili per conoscere la posizione dei convogli.
Essendo tutto il movimento automatico, è necessario predisporre elementi che "sentano" il moto dei treni per prendere le decisioni necessarie a compiere le manovre previste. Questi elementi sono le ampolle reed ed sensori ad assorbimento. I reed sono dei minuscoli contatti elettrici in vetro che chiudono un circuito quando sono investiti da un campo magnetico prodotto da una calamita posta sotto i rotabili. I sensori, invece, sono dei particolari circuiti elettronici. Gli sganciatori non sono altro che una striscia magnetica posta tra le rotaie del binario, e servono a sganciare i rotabili provvisti di gancio a bilanciere RR, o di comuni ganci ad uncino modificati, che si fermano sopra.
Uno studio particolare ha richiesto il settore mobile, per quanto riguarda l'azionamento. Avevo iniziato con un motore ed una cascata d'ingranaggi, ma la cosa non era affidabile, per questo decisi tentare altre strade. L'idea giusta mi venne adoperando l'avvitatore, piccolo, robusto, potente e già pronto per l'uso. Il tutto è veramente semplice: due staffe reggitubo con tassello, direttamente avvitate nel muro. Una punta da trapano con innesto esagonale, adatto anche all'avvitatore, tagliata alla lunghezza giusta con il frullino. Un morsetto elettrico stretto sulla punta insieme a quattro fili di rayon che si avvolgono su di essa per sollevare il settore mobile, e la parte meccanica è già fatta.
Nota dolente era il rumore, così fissato alla parete, già rumoroso di suo, le vibrazioni trasmesse al muro
lo rendevano davvero inadatto. La soluzione fu nel rallentare il moto. Alimentato normalmente a 2,4 V, portando
il valor medio di tensione a 0,8 V, la rotazione era talmente lenta da essere del tutto silenzioso. Era necessario
un alimentatore a parzializzazione, che con la caratteristica di compensazione del carico non risentisse delle variazioni
di peso tra un convoglio e l'altro.
Un altro inconveniente riscontrato nella stazione nascosta, è lo scintillio delle ruote dei convogli al
passaggio sul cuore degli scambi, a causa dell'uso di "insulfrog".
Per ovviare all'inconveniente che può essere dannoso sia per le ruote sia per l'alimentatore,
occorre sezionare le rotaie confluenti, ed alimentarle con un contatto azionato dallo scambio stesso.
Non ho potuto usare gli appositi contatti Peco per mancanza di spazio sotto i PL 10, ma ho usato dei microswitch
a levetta direttamente incollati con colla a caldo su un pezzetto di listello.