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TESTO

Genesi Capitolo 1

pag 18

Studio biblico (D. Pawson)


UN NUOVO IMPEGNO



A questo punto potremmo anche chiederci se, dopo essersi riposato, Dio avesse ancora intenzione di rimettersi al lavoro. La risposta a questa domanda è si, perché lo ha già fatto. Noi stiamo vivendo, ormai da duemila anni, nella seconda settimana lavorativa di Dio; per l'esattezza nell'ottavo giorno della creazione. Viene da chiedersi, allora, qual'è il momento in cui Dio ha ripreso la sua attività creativa. Possiamo affermare che il settimo giorno è durato per tutto il tempo dell'antico testamento, infatti, anche il libro dell'Ecclesiaste ci dice: "Quello che è stato è quel che sarà; quello che è stato fatto è quel che si farà, non c'è nulla di nuovo sotto il sole".

C'è qualcosa di cui si può dire: "Guarda questo è nuovo? No perché quella cosa esisteva già nei secoli che ci hanno preceduto". La parola "nuovo" non appare quasi mai nell'antico testamento; la troviamo solo verso la fine del libro d'Isaia dove è scritto: "Ecco io creo nuovi cieli e nuova terra, e le cose di prima non si ricorderanno più e non verranno più in mente".

E' raro trovare questa parola da altre parti, perché effettivamente non c'era niente di nuovo, tutto era già stato fatto. Questo, come abbiamo già detto, è l'indizio che se il settimo giorno è stato così lungo, certamente lo potevano essere anche i sei che lo precedevano. Il riposo di Dio è terminato esattamente nel giorno in cui Gesù morì, perché in quel tempo, l'Eterno, si rimise di nuovo al lavoro per creare un corpo nuovo di zecca per suo Figlio.

La resurrezione di Gesù fu diversa da tutte quelle di cui ci parla la Bibbia. Lazzaro, la figlia di Jairo, il figlio della vedova di Nain, il bambino della Sunamita, ed anche lo stesso Giona, che nel ventre del pesce era ormai morto, tornarono in vita nel loro vecchio corpo, quindi un giorno avrebbero dovuto cessare di vivere di nuovo, perché il loro non era un corpo eterno.

Gesù però, quando tornò in vita, non vi ritornò con il suo vecchio corpo, ma con qualcosa di nuovo e di glorificato, che somigliava al precedente anche per le ferite, ma non era lo stesso; e questo non era mai accaduto a nessun altro. Leggendo nel Vangelo di Giovanni la resurrezione di Gesù, scopriamo che Giovanni stesso vi credette solo quando vide che il corpo del Signore non era più nei panni dove era stato avvolto, benché, questi fossero ancora arrotolati come se avviluppassero qualcuno. In quel momento nella mente di Giovanni dovette essere chiaro che il corpo di Gesù era in qualche modo come svanito per intervento di Dio, perché nessun uomo poteva mai averlo tolto da là senza srotolare le bende. A questo punto alcuni si chiedono: "Se Gesù lasciò nella tomba ciò che lo copriva, dove trovò i vestiti con cui si presentò a quelli che in seguito lo videro?" I Vangeli non ci autorizzano a pensare che nelle sue apparizioni fosse nudo; come del resto non affermano che qualcuno gli abbia dato degli abiti. Io, personalmente, penso che i vestiti li abbia avuti nello stesso posto in cui ha avuto il suo nuovo corpo; Dio li ha creati insieme al corpo nuovo di Gesù. Per questo possiamo affermare che Dio ha ricominciato il suo lavoro proprio in quei giorni. Del resto anche noi quando saremo in cielo saremo vestiti, eppure non avremo bisogno di fare la valigia per andarvi.

Il corpo che Gesù ha ricevuto era un corpo che non sarebbe mai invecchiato, un corpo che egli ha ancora e per mezzo del quale può apparire e sparire, cucinare e mangiare. E' con quel corpo che un giorno noi lo vedremo di nuovo. Quel giorno era il primo giorno della settimana, il giorno nel quale in Israele tutti si rimettevano al lavoro, ed anche per Dio lo fu, perché fu davvero l'inizio della nuova creazione. Per confermarlo, sette settimane dopo, ed ancora in un primo giorno della settimana, Dio intervenne di nuovo mettendo il suo Spirito negli uomini.

Così il giorno che per eccellenza è dedicato all'adorazione è la domenica, in altre parole il dì seguente il sabato, l'ottavo giorno, il primo della nuova settimana. Gli ebrei praticavano il giorno di riposo per identificarsi con il loro Dio, ma ora l'Eterno era di nuovo al lavoro, e così i cristiani s'identificano in lui nel giorno seguente. Per noi non è un giorno di riposo, anzi per alcuni è forse il più indaffarato di tutta la settimana; così come lo è anche per Dio, che opera di più, per la nuova creazione, in quel giorno che in qualsiasi altro.

Un'altra differenza sostanziale tra la prima e la seconda creazione sta nel modo in cui Dio opera; infatti, se nella prima iniziò con il creare i cieli e la terra, nella seconda è dal genere umano che dà inizio al suo rinnovamento, per poi arrivare a restaurare l'intero universo. In quest'opera anche noi siamo suoi collaboratori perché per portare anime a Cristo, Dio si serve anche del nostro lavoro. In questo anche noi contribuiamo alla nuova creazione, giacché ogni altro convertito è qualcosa che non era mai esistito in precedenza, quindi una vera e propria creazione nuova; in pratica, un pezzo del nuovo mondo.

Tutto questo è avvenuto, ed ancora accade, perché Dio ha talmente amato le persone del vecchio mondo che vuole portarle nel nuovo; e per farlo basterà solo che siano disponibili a farsi modellare dal suo Spirito. Ovviamente si tratta di un progetto grandioso che Dio sta realizzando per gradi; il primo dei quali è la necessità per gli uomini di rivestire un carattere nuovo. Poi verrà il tempo in cui tutti vivranno con un corpo nuovo; ed in seguito, finalmente, potranno abitare anche su una terra rinnovata. Può sembrare incredibile, ma un giorno anche noi avremo un corpo glorioso come quello di Gesù, e probabilmente la nostra età sarà, e resterà per sempre, di trentatré anni.

Quell'età è la stessa che ha ancora oggi il corpo del nostro Signore; ed è l'apice della vita, sia fisicamente sia mentalmente. Non ci saranno più né sole, né mare, né sesso sulla nuova terra, dissi in un convegno a Sidney, ed improvvisamente piombò sull'aula un silenzio di tomba, perché quelle erano le cose più amate dalle persone che mi ascoltavano. Noi, però, non dobbiamo preoccuparci per questo, perché non ci mancherà niente di ciò che abbiamo adesso.

Allora tutto sarà talmente bello che il mondo di oggi non verrà nemmeno ricordato. Le ultime pagine della Bibbia ci riportano al paradiso di cui parlavano le prime, in loro ritroviamo ancora l'albero della vita di cui si perse ogni traccia. Benché per noi sia molto difficile immaginare le meraviglie del vecchio paradiso, la Bibbia promette che il nuovo sarà addirittura migliore. Quello è il posto dove andremo ad abitare, perché noi non resteremo per sempre nel cielo; ma un giorno torneremo ancora sulla nuova terra. In quei giorni avverrà un fatto incredibile perfino agli angeli, che con la loro potente voce esclameranno: "Ecco l'abitazione di Dio con gli uomini! Ed egli abiterà con loro; ed essi saranno il suo popolo e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio".

Il Figlio di Dio ha già abitato con noi, e quella sarà la volta in cui anche il Padre traslocherà; ed allora, finalmente, anche noi potremo vedere per sempre la sua faccia. Tutto questo è iniziato in un primo giorno della settimana; nel giorno che noi chiamiamo domenica, e nel quale Gesù è risorto con il suo nuovo corpo. Già nel terzo capitolo di Genesi si parla di Dio che passeggiò sulla terra e di Adamo che sentì i suoi passi. Alla fine della Bibbia Dio vi abiterà, ed allora noi non diremo più: "Padre nostro che sei nei cieli" ; ma potremo dire:"Padre nostro che sei in terra". Tutto questo sembra impossibile, eppure è la promessa che Dio ci ha fatto; ed anche il Vangelo che predichiamo afferma che c'è una nuova terra in arrivo, e che per entrarci dovremo essere creature nuove, con le stesse caratteristiche di Cristo.

Noi saremo la vera "New Age", quella che esiste ora è solo una frode, perché promette un'era nuova su una terra vecchia. Ovviamente non potrebbe essere altrimenti, perché nessun uomo potrà mai promettere quello che ha promesso Dio; infatti, solo lui è in grado di creare ciò che non esiste. Questa promessa è anche il vero cuore del Vangelo, la più grande polizza d'assicurazione sulla vita che potremmo mai stipulare.

Della veridicità della Parola di Dio siamo tutti testimoni, ognuno di noi può testimoniare che lo stesso Dio che ha detto "Sia la luce", ha portato chiarore nella notte dei nostri cuori. Lo stesso creatore che ha messo ordine nell'universo, ha riordinato anche le nostre vite sregolate. In questo momento egli è ancora all'opera, perché ogni persona salvata è una nuova creazione operata direttamente dalle mani di Dio. Nel nuovo mondo ci saranno solo esseri umani redenti, ed angeli che non si sono ribellati all'Eterno, perché non c'è perdono per le creature celesti decadute.

Nell'epistola "Agli Ebrei" è scritto chiaramente che il sangue di Gesù salverà gli uomini, ma non gli angeli. Questo è anche il motivo per cui Gesù ha affermato che l'inferno è un luogo preparato per loro; lontano dal nuovo cielo e dalla nuova terra, dove resteranno isolati per sempre. L'inferno non è stato fatto per gli uomini, e se qualche essere umano ci andrà, sarà unicamente perché ha scelto di vivere con gli angeli ribelli per sempre.

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