Dopo la parte più meccanica di assemblaggio
dei moduli di legno, che costituiscono la base
portante del plastico, ed il cablaggio elettrico,
operazione abbastanza pesante e noiosa, è la
volta della costruzione del paesaggio. La parte più
bella di tutto il lavoro. Nel mio caso quest'operazione
è limitata a causa dell'esiguo spazio a disposizione, perciò
il lavoro è poco. In pratica si tratta di rendere credibile la
scena in cui la ferrovia è inserita, ovvero: ricreare un paesaggio
possibile. La zona scelta è in Italia centrale, negli anni '70-'90, in
un paese di media importanza, ai piedi di una collina. Lo sfondo è
commerciale, incollato con colla da parati a dei fogli di compensato da 4 mm,
anch'essi incollati al muro con silicone. Questo sfondo riproduce un'area verde con qualche abitazione,
in stile tedesco, ma questo poco importa perché le case saranno poi nascoste dalla vegetazione. La cosa che invece
resterà visibile sarà una fabbrica che apparirà collegata a quella del plastico, acquistata in scatola di montaggio
da Walthers. Due gallerie, i fabbricati di stazione, e qualche edificio, tra i quali la clinica "Salus" del Prof. Sassaroli, ed il
bar Stazione "dal Necchi", completano l'ambiente. A ricordo del mio precedente plastico ho recuperato due degli
edifici che circoscrivono la piazzetta sopra la galleria a sinistra, ossia: una vecchia casa e la pizzeria "Loggette".